L'esperienza del lavoro agile in PCM fino all'emergenza COVID - 19
Il lavoro agile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato introdotto dapprima in via sperimentale attraverso diverse fasi: da dicembre 2017 a settembre 2018 il 10% del personale (56 unità) di quattro dipartimenti della PCM ha svolto la prestazione lavorativa per un massimo di 5 giorni al mese in modalità “smart-working”, nella maggior parte dei casi utilizzando strumenti tecnologici messi a disposizione dall’amministrazione.
Il progetto è stato accompagnato da una trasversale attività di informazione e sensibilizzazione destinata a tutto il personale con focus specifici per la dirigenza e per i lavoratori agili, nonché da una costante attività di monitoraggio.
La sperimentazione pilota ha fatto emergere, in linea con le aspettative, diversi dati positivi:
- maggiore orientamento dei singoli e delle organizzazioni al risultato
- miglioramento dell’ambiente lavorativo, in termini di organizzazione e di programmazione delle attività
- maggiore senso di responsabilità e grado di autonomia del dipendente.
Alla luce degli esiti positivi della prima sperimentazione il lavoro agile è stato esteso in una fase successiva a tutte le strutture della PCM attraverso l'emanazione della direttiva 2 maggio 2019 (che ha sostituito la precedente adottata con DSG 29 marzo 2018 (art. 17) e disciplina, a regime, le modalità di accesso e di attuazione del lavoro agile nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Al 1° gennaio 2020 oltre 500 lavoratori, pari al 16% del personale in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, svolgevano attività lavorativa in modalità agile.
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